Teatro

Un 'noir' intimista per Salvatores,arriva 'Quo vadis, baby?'

Un 'noir' intimista per Salvatores,arriva 'Quo vadis, baby?'

Ambientato nella Bologna degli anni '70 e '80, il nuovo film del regista di 'Io non ho paura' * LA STORIA Tra passato e presente, il dramma del suicidio all'interno di una famiglia, il desiderio di scoprire la verità * LA PROTAGONISTA Una donna sola, un'investigatrice privata con il peso dei ricordi e il senso di colpa * IL TEMPO Tra passato e presente, il film si snoda fra le confessioni di chi non c'è più e un'infanzia lontanta Gabriele Salvatores torna sul grande schermo con 'Quo vadis, baby?', un film tratto dall'omonimo romanzo di Grazia Verasani, con il quale entra nel genere 'noir'. La pellicola, prodotta da Maurizio Totti per conto della Colorado Film, sarà distribuito in 250 copie in tutta Italia. Il film si colloca lungo la scia del primo romanzo della collana editoriale 'Colorado Noir', creata un anno fa dallo stesso Salvatores insieme a Totti. Il regista di 'Nirvana' ha sempre avuto una grande passione per questo genere che ha sempre toccato, più o meno velatamente, la sua produzione. Ricordiamo 'Io non ho paura', tratto dal romanzo di Niccolò Ammanniti, costruito con la struttura di un thriller. In 'Quo vadis, baby?' viene affrontato il lato interiore del 'noir', sulle note di Raymond Chandler, fatto di eroi sconfitti e reduci della Storia che tentano di salvare se stessi, di sfuggire dal giogo del destino. I protagonisti si muovono in una Bologna degli anni Settanta e Ottanta, che cela tra i suoi portici e le sue ombre notturne sentimenti di ribellione e l'amore per la musica. Per gli amanti del 'noir' all'italiana. Protagonista la detective privata Giorgia Cantini, cacciatrice di tradimenti e questioni familiari per conto del padre, 'il Capitano', titolare dell' agenzia investigativa. Giorgia sembra uscita da un romanzo di Chandler: fuma come Philip Marlowe, beve come Bukowsky, è sola e sfoga la sua collera prendendo a pugni il sacco della palestra. I nodi della sua vita sono il senso di colpa per il suicidio della sorella Ada (avvenuto 16 anni prima) e il turbolento rapporto con un padre-padrone, anch'egli dilaniato dal ricordo del suicidio della moglie. Ma il passato, si sa, è sempre pronto a tornare ed eccolo lì, sotto forma di videocassette registrate da Ada, nelle quali racconta di fornte alla telecamera la sua incapacità di realizzare il sogno di diventare attrice. E Giorgia decide di indagare, per capire che cosa è accaduto alla sorella. A questa ricerca collaborano un' attricetta fallita (Alessandra D'Elia), un professore di cinema (Gigio Alberti), un commissario senza illusioni (Andrea Renzi), un collega d' ufficio (Elio Germano) e il padre 'Capitano' (Luigi Maria Burruano), che tenta di annegare nell' alcol un' altra verità nascosta. Il film si sviluppa tra passato e presente: dall'oggi saturo di colori e di ombre notturne alle confessioni di Ada, fino all'infanzia catturata con le luci sbiadite del filmino familiare. Anche lo spettatore viene coinvolto in questa forsennata ricerca poiché gli viene offerta l'ultima chiave di lettura del mistero, una verità a cui la protagonista non giungerà mai. Anche la scelta del titolo, 'Quo vadis, baby?' riassume i contrasti delle sue passioni aprendo la strada ad un cinema maturo e curioso, nel segno di una resistenza mai arrendevole, dopo la ricerca e della fuga. E la cantautrice Angela Baraldi, grazie alla sua spontaneità travolgente e carismatica contribuisce al raggiungimento di questo risultato, bene affiancata dalla debuttante Claudia Zanella, così come Bebo Storti crea un 'cammeo' difficile da dimenticare.